Emilio Alessandrini è stato un grande Magistrato italiano, abruzzese, ucciso dal commando di estrema sinistra “ prima linea” quarant’anni fa, il 29 gennaio 1979. Il suo assassinio fu definito “ Il primo attacco alla magistratura”.
Alessandrini nacque a Penne, il 30 agosto del 1942 e dopo aver conseguito la maturità classica a Pescara, si trasferì a Napoli, dove si laureò in Giurisprudenza. Entrò in magistratura nel 1967 e nel 1968 fu nominato sostituto procuratore della Repubblica a Milano. Erano gli anni di piombo, e Alessandrini da Magistrato fu coinvolto in importanti indagini dell’epoca: condusse lui l’istruttoria sulla strage di Piazza Fontana che portò ad incriminare Franco Fredda e Giovanni Ventura, appartenenti alla destra eversiva.
Nel nel suo lavoro mise anche particolare attenzione al terrorismo causato dall’estrema sinistra, e questo purtroppo gli costò la vita. Alessandrini avviò infatti le indagini sull’Autonomia Milanese, mettendosi nel mirino di Prima Linea, l’organizzazione eversiva guidata da Sergio Sergio.
Il 29 gennaio del 1979, mentre il magistrato era intento a recarsi al Palazzo di Giustizia di Milano, e proprio nei giorni in cui il giudice stava lavorando sullo scandalo del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi venne assassinato da un gruppo armato. Prima Linea rivendicò subito l’attentato telefonando al quotidiano “ La repubblica”. Furono Sergio Sergio detto Sirio e Marco Donat Cattini detto Alberto ad uccidere il magistrato. I terroristi dissero che fu scelto Alessandrini“ per l’impegno che poneva nel rendere più moderna la struttura giudiziaria, e più in generale perché i giudici riformisti erano più pericolosi di quelli conservatori”
Il giornalista Walter Tobagi ( anch’egli rimasto vittima del terrorismo) scrisse di Alessandrini:
Sarà per quella faccia mite, da primo della classe che ci lascia copiare i compiti, sarà per il rigore che dimostra nelle inchieste, Alessandrini è il prototipo del magistrato di cui tutti si possono fidare; era un personaggio simbolo, rappresentava quella fascia di giudici progressisti, ma intransigenti, né falchi chiacchieroni, né colombe arrendevoli.
Non dobbiamo mai dimenticare Emilio Alessandrini, il suo impegno e la sua professionalità.