L’Abruzzo è una regione che al suo interno ha svariati paesi disabitati, uno di questi si trova in provincia di Pescara, stiamo parlando di Corvara, ai piedi del monte Aquileio. Il nome originario di questo paese è Curtis, il cui periodo di fondazione è antichissimo e non ben definito. Divenne Castello noto come “La Corvara” nel 985, quando l’Abate Adamo la ingrandì e la fortificò, facendovi insediare gli abitanti delle ville limitrofe di Casole, Letto e Nirano. Nel 1933 il paese fu colpito dal terremoto della Majella e a causa di alcuni crolli e della mancanza di soccorsi adeguati, per la difficile accessibilità al monte Aquileio, fu abbandonato. Il nuovo abitato fu costruito più a valle. Il borgo vecchio tuttavia è stato oggetto di restauro e rivalutazione artistica, incluso come meta nel Parco Nazionale della Majella. Passeggiare nell’antico borgo, sembra come tornare indietro nel tempo, questo, infatti, conserva intatte molte case di pietra, dette “pagliare”, perché usate anche come stalla per le bestie da soma. Interessante visitare le rocce del monte Aquileio sopra cui sono costruite le abitazioni, e la chiesa di Sant’Andrea Apostolo, di cui resta intatta la torre campanaria con cuspide, e la parte dell’abside. Il borgo è attraversato da via Parrocchia, che sale sino alla torre campanaria, e la via s’interrompe in un piccolo piazzale, dove si trovava la storica sede municipale, oggi trasferita a valle in zona Vicenne. Presso la facciata di una di queste case del borgo si conserva un prezioso portale romanico del XII secolo, ricavato forse dall’antica chiesa di Sant’Andrea, che mostra l’arco a tutto sesto con colonnine a capitelli compositi, e lunetta originalmente affrescata.
Corvara è un borgo fantasma, che vale la pena visitare. Passeggiando tra le sue vie si fa un tuffo in un passato remoto e medievale. Si torna indietro in un periodo in cui il tempo era scandito dalle stagioni che non conosceva il ritmo frenetico dei tempi moderni e le nuove tecnologie.
Corvara è stata ultimamente protagonista del film di Maccio Capatonda “ Omicidio all’italiana”, nel quale il paese prendeva il nome di “ Acitrullo”.